giovedì 4 dicembre 2008

La mia chiesa è differente


Mercoledì scorso, 27 Novembre, ero una delle tante persone che hanno affollato il duomo di Genova per la prima di una serie di tre serate organizzata dal vescovo Angelo Bagnasco sul tema della laicitá.

Una presentazione e brevissima sintesi degli interventi si trova qui.

I due relatori D'Agostino e Galli della Loggia hanno affrontato il tema in modo sicuramente interessante, ma decisamente accademico, e questo é stato per me fonte di delusione. Sono convinto che la laicitá (o meglio la sua mancanza: il fondamentalismo) sia un grande problema della chiesa di oggi. Mi aspettavo si affrontasse l'argomento con l'urgenza che merita, ma cosí non é stato.

La laicitá é una membrana tra due mondi, la chiesa da una parte e la societá civile dall'altro.
E' una membrana che assume colori diversi a seconda della parte da cui la si guarda, ma per parlarne forse bisogna prima chiarire cosa si intende per chiesa: la gerarchia, l'istituzione o i “due o piú di noi” riuniti in Suo nome ? Perché ho paura che siano due cose ben diverse.

Se si intende come chiesa l'istituzione penso si sia portati a considerare la laicitá come “quello che impedisce a quegli altri di minacciarci”. Laicitá significa che i laici (cioé gli altri) devono evitare di invadere il campo religioso (cioé il nostro), mentre noi siamo liberi (autorizzati dalla nostra fede) a fare qualsiasi cosa per promuovere il nostro pensiero nel mondo fuori, compreso (anzi sopprattutto con) l'uso di risorse economiche e le manovre di lobbying per promuovere leggi allineate al nostro credo.

Se intendiamo chiesa come comunitá di persone che pregano, forse il problema non si pone neppure. Queste persone non si sognerebbero mai di imporre le loro idee per legge, saprebbero che la fede parla alle coscienze, parteciperebbero come singoli, assieme a non credenti di buona volontá alla vita politica, non come gruppo di potere religioso.

Dall'esterno della membrana la laicitá viene invece considerata “quello che puó limitare le ingerenze di quelli dentro”. E ne hanno ben motivo di voler porre limiti alla chiesa quelli che la vedono come una lobby economico/politica che vuole imporre precetti incomprensibili che riguardano la sessualitá e la fine della vita. Quelli che notano i privilegi economici (l'8 per mille, l'ICI). Quelli che notano la pedofilia e le manovre mafiose per occultarla. Quelli che notano l'oscurantismo, il freno alla ricerca, il pericolo alla salute pubblica dato dal boicottare la profilassi a fronte di una epidemia come l'AIDS.

Una chiesa che viene vista in questo modo dall'esterno che messaggio dá, che speranza ha di portare chi ancora non lo conosce a cogliere la bellezza del messaggio evangelico ?
Una chiesa che pretende che i suoi dettami diventino leggi dello stato che speranza ha di parlare al cuore degli uomini ?

Parteciperó anche ai prossimi incontri perché, come ho detto, gli interventi sono comunque stati interessanti, ma temo che la chiesa stia perdendo una buona occasione per affrontare un problema davvero serio.

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