domenica 30 marzo 2008

Canale 54


Ieri ho visto "Essi Vivono" di John Carpenter.
Un film del 1988, che parla di alieni che conquistano la terra, ma la gente non se ne accorge.
L'uomo della strada é addormentato da messaggi pubblicitari (soprattutto televisivi) e non si accorge della presenza degli alieni intorno a lui.
Gli alieni infatti possono essere visti solo con degli occhiali speciali che un gruppo di attivisti clandestini possiede.
Questo almeno fino a che il protagonista non riesce a distruggere il trasmettitore di "Canale 54", la maggior rete televisiva nazionale. Cessate le trasmissioni tutti possono finalmente accorgersi che una buona metá delle persone che li circondano (tipicamente le persone in posizione di ricchezza e potere e i poliziotti) hanno facce da teschio.

Il film é una denuncia neanche troppo velata (il tema fanta-horror é chiaramente un pretesto ed é appena accennato) dei mali della nostra societá, dello sfruttamento dei poveri e dell'uso saporifero dei mezzi di comunicazione per il mantenimento del potere.

É interessante notare che, mentre da noi oggi il problema delle televisioni si pone in termini di regolamentazione della proprietá (conflitto di interessi, quante televisioni possono appartenere allo stesso soggetto etc), Carpenter sembra dirci "la televisione é un male e basta". Non importa di chi é, va distrutta e non ne parliamo piú.

C'é qualcosa di inerentemente antidemocratico nella televisione. Ha in sé i geni sopravvissuti della monarchia e dell'assolutismo.
Nel passaggio da monarchia a democrazia (pur nelle forme limitate delle democrazie di oggi) siamo passati da una mente che decide a molte menti che decidono.
Non é un fatto di giustizia. Non l'abbiamo fatto (anche se qualcuno puó pensarlo) perché cosí é piú giusto, ma perché la massa puó prendere (in determinate condizioni) decisioni migliori del singolo.

Ora, lo stesso confronto uno contro molti si pone in molteplici ambiti, in particolare il pensiero, la cultura e l'informazione (intesa sia come raccolta/esposizione dei fatti che come organizzazione/aggregazione ed espressione di un giudizio/opinione sugli stessi). Anche in questi ambiti molti é meglio di uno.
Molti vedono piú fatti di pochi (lapalissiano). Un po' piú sorprendente é il fatto che oggi possono anche esporli, attraverso i blog o altre forme di social networking. Ad esempio in caso di calamitá naturali Twitter sembra uno strumento molto potente per avere in anteprima il polso della situazione. O vogliamo le ultime notizie sul tibet ?
E quanto alle opinioni ovviamente nei blog ce n'é quante ne vogliamo.
La vera sfida negli anni futuri sará la messa a punto di meccanismi che da una parte facciano emergere i prodotti migliori e dall'altra impediscano a pochi di assumere posizioni di predominio basate su "rendite di posizione" come quelle permesse dalla situazione attuale dal mondo dell'informazione.

giovedì 27 marzo 2008

Fuoriclasse e grandi campioni


In tempo di elezioni, e ancora di piú con una bruttissima campagna elettorale come quella che stiamo sperimentando, sembra che il gruppo di politici che governerá il paese possa fare la differenza tra un'Italia paradisiaca e una infernale.

Io credo che non sia cosí.
Ovviamente politici incapaci, corrotti o miopi possono arrecare gravi danni, ma non credo che se anche avessimo la fortuna di eleggere governanti straordinari potrebbero fare una differenza decisiva.

Tutti i grossi nodi che la politica é chiamata a sciogliere potranno essere affrontati in modo efficace solo con un atteggiamento diverso da parte di masse di persone.
Penso al problema della riduzione della spesa pubblica (e dell'efficienza della amministrazione pubblica) che puó essere risolto solo dal farsi carico da parte della massa dei lavoratori del pubblico impiego di una maggiore efficienza e riduzione di sprechi (e spesso rinuncia a privilegi).
Penso a questioni come le infrastrutture che si risolveranno solo eliminando da una parte interessi privati e megalomanie e dall'altra atteggiamenti NIMBY.
Penso alla riduzione dell'inquinamento, allo smaltimento dei rifiuti, alla riduzione delle spese sanitarie, problemi che ovviamente si avvierebbero ad una soluzione solo con un mutato atteggiamento di masse importanti di persone che diventassero piú attente agli sprechi energetici, al tipo di consumi, alla raccolta differenziata e alla propria salute.
E ragionamenti analoghi potremmo fare per i problemi legati alla scuola, al lavoro, alle pensioni, all'informazione etc ..

Ma allora cos'é che serve ?

Serve che tutti, un po' alla volta impariamo a fare gioco di squadra.
Serve che ognuno di noi, ognuno nel suo piccolo, impari a vedere come importante il fatto che la squadra vinca. Piú importante della propria performance personale.

Non vuole essere una soluzione intimistica, non sto dicendo: "ognuno guardi solo sé stesso e l'insieme andrá bene".
Gioco di squadra vuol dire anzitutto essere bravi, un giocatore scarso che fa gioco di squadra non aiuta piú di tanto. Bisogna essere anzitutto dei fuoriclasse e poi comportarsi da grandi campioni vivendo in un orizzonte piú ampio di quello personale.
Gioco di squadra vuole anche dire spingere gli altri a farlo, con l'esempio, certo, ma anche in modi piú diretti.

In definitiva penso che il massimo che possa e debba fare un buon governante sia di assecondare questo tipo di processo.

Voglio citare qui un bel libro di Peter Senge "The Fifth discipline"
É un libro sulle "learning organizations", le organizzazioni che imparano. É un libro rivolto ai managers delle aziende, ma penso che la societá nel suo insieme possa e debba essere un'organizzazione che impara, migliora, evolve.

Senge presenta cinque discipline che permettono ad un'organizzazione di imparare, le trovate riassunte qui.

Voglio citare solo la prima: Personal Mastery, la Padronanza Personale. Senge dice, in definitiva: il mattone fondamentale perché l'organizzazione migliori é anzitutto che i singoli elementi migliorino.
Prima bisogna avere dei fuoriclasse appunto, poi si puó fare una squadra.

lunedì 24 marzo 2008

L'ultima parola é l'amore


Visto che a Pasqua abbiamo parlato di Savoia e mangiate, a Pasquetta possiamo parlare un po' di resurrezione.

Ieri Enzo Bianchi ha scritto sulla Stampa un articolo che si interroga sul significato della Pasqua per i non credenti. E lo trova, questo significato, nel finale del Cantico Dei Cantici: "Forte come a morte é l'amore". In pratica Gesú avrebbe amato cosí tanto da vincere la morte stessa, e questo sarebbe una visione della questione che presenta un'attrattiva per il non credente, perché in fondo, all'amore ci teniamo tutti.

Bello, davvero non male.
Ma forse un po' distante dala mia vita, dalla mia esperienza quotidiana, e penso dalla maggior parte dei non credenti.

Mi viene in mente il discorso che fa Odifreddi: se Dio avesse voluto davvero parlarci l'avrebbe fatto in modo cosí sibillino ?

E in effetti, un Gesú che risorge, perché mai dovrebbe scegliere di mostrare le prove di questa sua resurrezione solo ad alcuni, lasciando tutti gli altri nella triste condizione di dover decidere se credere non a Gesú ma a quelli che pretendono di raccontargli di lui ?

Ma io voglio credere, la vita umana diventa immediatamente piú bella e ricca se crediamo che tutto questo ha un senso, che esiste un disegno.
E inoltre la figura umana di Gesú é meravigliosa, e, checchenedica quel panzone di Paolo di Tarso, se anche Cristo non fosse risorto avrebbe perfettamente senso essere Cristiani. Avrebbe il senso di ispirare la propria esistenza a quella di un uomo che l'ha vissuta in modo mirabile e che ci ha davvero dimostrato che l'amore é piú forte della morte, ma non necessariamente nel senso della resurrezione, quanto nel senso di non avere paura della morte stessa, nel senso di ritenere che possano esistere valori piú grandi persino dell'attaccamento alla nostra stessa vita.

E finiamo con una nota di colore, per cercare l'immagine sopra, prima di provare con resurrezione ho ingenuamente iniziato cercando pasqua tra le immagini di Google. Provate anche voi e avrete un idea di cos'é oggi la pasqua per la maggior parte delle persone.

domenica 23 marzo 2008

Pasqua


La mia mimosa, pur con ritardo (ma tutto nel mio piccolo giardino é sempre in ritardo) si ė decisa a buttar fuori qualche fiore. Non sono male.

Ieri siamo andati a vedere la reggia di Venaria. Un po' deludente. Sarà forse perché i Savoia non mi sono mai stati troppo simpatici (meno che mai dopo lo spettacolo indecoroso offerto dagli attuali discendenti). Comunque i giardini erano desolanti (sará anche per la stagione) e la reggia era grande e vuota.
Qualche quadro esposto mi é piaciuto. Mi piacciono certi quadri quando fungono da fotografie dell'epoca. Trovo interessante esaminare come erano vestite le persone, a quali attivitá erano dedite, e anche quali espressioni ed emozioni il pittore abbia deciso di cogliere. C'erano dei quadri che rappresentavano scene di mercato e una bella esposizione della sindone con la gente che guardava appollaiata sui tetti.

Ma é stata una bella giornata, non tanto per la reggia quanto per i nuovi amici che abbiamo conosciuto e con cui tra torte gelato artigianali, pastiera napoletana, colomba e grecale ho accumulato una quantitá di calorie smaltibili in un migliaio di vasche.

mercoledì 19 marzo 2008

30 vasche

Si avvicina a grandi passi il mio compleanno ed é tempo di bilanci.

Ieri ho fatto per la prima volta 30 vasche nella mezzoretta che passo in piscina quasi tutte le mattine e sono molto soddisfatto.

Ma partiamo da capo.
L'8 Aprile del 2006, giorno del mio cinquantesimo compleanno:
- fumavo piú di due pacchetti di sigarette al giorno
- pesavo sette o otto chili piú di ora
- mangiavo malissimo
- non praticavo regolarmente nessuna forma di esercizio fisico, non sapevo nuotare
- ero afflitto da mal di schiena ricorrenti.
In questi due anni:
- ho smesso di fumare
- ho iniziato a mangiare meglio e con piu attenzione anche alla bilancia
- ho preso l'abitudine di fare al mattino qualche esercizio di Pilates, Yoga e qualche minuto di meditazione
- il mal di schiena é un bel po' che non si fa vedere
- per qualche tempo ho lasciato l'auto a casa e ho fatto a piedi i tre chilometri per andare al lavoro
- mi sono iscritto in palestra/piscina
- ho fatto qualche lezione con un personal trainer e ho imparato a nuotare
- ho preso l'abitudine di andare in piscina quasi tutte le mattine, ho iniziato con quattordici vasche e ne ho aggiunte due ogni settimana ...

... e ieri é iniziata la settimana delle 30 vasche.

Sí, sono davvero soddisfatto.

sabato 15 marzo 2008

Ieri é morto Silvano

Un omone grande e grosso, pieno di energia e voglia di vivere. Se n'é andato in fretta, arrabbiato, mi dicono, perché avrebbe voluto restare ancora.
Ma non possiamo scegliere.
Mi chiamava "Enso", ai veneti non piacciono le "z".
Ricordo le discussioni di politica, non ho mai capito se votasse per Berlusconi o per la lega. Mi spiaceva criticasse la sinistra, ma tante volte erano critiche centrate.

E una volta di piú mi chiedo cosa ci facciamo qui. A volte mi rispondo che qualcuno ci ha messo in un gioco il cui scopo é proprio quello di capirne le regole.
Atre volte penso a questo complesso organismo che é la specie umana, che distilla continuamente i propri geni per diventare sempre migliore. Ma "migliore" presuppone una direzione: e qual é ?

E cosa succede dopo la morte ?
Tra le suggestioni delle religioni quella che mi ispira di piú é quella buddista: magari ripercorriamo qualche vita diversa, accumulando saggezza ad ogni giro finché ci dissolviamo nel tutto di cui siamo sempre stati parte, come le onde sono in definitiva solo un modo diverso di chiamare il mare.


Comunque stiano le cose passatela bene caro Silvano.
Un abbraccio
Enso