sabato 28 marzo 2009

Farfalle gialle



Diceva che chi vede una farfalla gialla non muore nell'anno in cui l'ha vista.

Quest'anno una "farfala giauna" era riuscito a vederla, e non è stato facile, visto che ultimamente alzarsi dal letto era una pena, ma comunque non ha funzionato: Ivo ci ha lasciati.

Pare che sviluppiamo delle parti di cervello specifiche per le relazioni con le persone a noi più vicine. Quelle che ho sviluppato per Ivo adesso sono lì, che si esercitano coi ricordi, ma sanno già che tra un po' moriranno anche loro. Quello che resta è la sensazione di aver avuto la fortuna di conoscere una persona eccezionale.

Se mai la parola saggio può essere attribuita a qualcuno, questo era Ivo. Una saggezza fatta di piccole cose: di senso della misura, della capacità di vedere i problemi degli altri ma intervenire solo quando era opportuno, di senso dell'umorismo, di amore per la compagnia, per la terra, per il cibo e il vino, per i figli e i nipoti e per le piccole soddisfazioni che rendono la vita degna di essere vissuta.

Si è ammalato un anno e mezzo fa, i dottori gli avevano dato sei mesi e direi che li ha fregati abbastanza. In questo periodo sembrava che la sua unica preoccupazione fosse di non essere di peso, di non spaventare i famigliari. Era lui a confortare noi, e non viceversa.

Ieri è partito per il suo ultimo viaggio. Sono venuti a prenderlo "cul Mercedes" come diceva lui, da oggi riposerà vicino a Rita.
Ciao Ivo, dalle un bacione anche da parte nostra.

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