giovedì 27 marzo 2008

Fuoriclasse e grandi campioni


In tempo di elezioni, e ancora di piú con una bruttissima campagna elettorale come quella che stiamo sperimentando, sembra che il gruppo di politici che governerá il paese possa fare la differenza tra un'Italia paradisiaca e una infernale.

Io credo che non sia cosí.
Ovviamente politici incapaci, corrotti o miopi possono arrecare gravi danni, ma non credo che se anche avessimo la fortuna di eleggere governanti straordinari potrebbero fare una differenza decisiva.

Tutti i grossi nodi che la politica é chiamata a sciogliere potranno essere affrontati in modo efficace solo con un atteggiamento diverso da parte di masse di persone.
Penso al problema della riduzione della spesa pubblica (e dell'efficienza della amministrazione pubblica) che puó essere risolto solo dal farsi carico da parte della massa dei lavoratori del pubblico impiego di una maggiore efficienza e riduzione di sprechi (e spesso rinuncia a privilegi).
Penso a questioni come le infrastrutture che si risolveranno solo eliminando da una parte interessi privati e megalomanie e dall'altra atteggiamenti NIMBY.
Penso alla riduzione dell'inquinamento, allo smaltimento dei rifiuti, alla riduzione delle spese sanitarie, problemi che ovviamente si avvierebbero ad una soluzione solo con un mutato atteggiamento di masse importanti di persone che diventassero piú attente agli sprechi energetici, al tipo di consumi, alla raccolta differenziata e alla propria salute.
E ragionamenti analoghi potremmo fare per i problemi legati alla scuola, al lavoro, alle pensioni, all'informazione etc ..

Ma allora cos'é che serve ?

Serve che tutti, un po' alla volta impariamo a fare gioco di squadra.
Serve che ognuno di noi, ognuno nel suo piccolo, impari a vedere come importante il fatto che la squadra vinca. Piú importante della propria performance personale.

Non vuole essere una soluzione intimistica, non sto dicendo: "ognuno guardi solo sé stesso e l'insieme andrá bene".
Gioco di squadra vuol dire anzitutto essere bravi, un giocatore scarso che fa gioco di squadra non aiuta piú di tanto. Bisogna essere anzitutto dei fuoriclasse e poi comportarsi da grandi campioni vivendo in un orizzonte piú ampio di quello personale.
Gioco di squadra vuole anche dire spingere gli altri a farlo, con l'esempio, certo, ma anche in modi piú diretti.

In definitiva penso che il massimo che possa e debba fare un buon governante sia di assecondare questo tipo di processo.

Voglio citare qui un bel libro di Peter Senge "The Fifth discipline"
É un libro sulle "learning organizations", le organizzazioni che imparano. É un libro rivolto ai managers delle aziende, ma penso che la societá nel suo insieme possa e debba essere un'organizzazione che impara, migliora, evolve.

Senge presenta cinque discipline che permettono ad un'organizzazione di imparare, le trovate riassunte qui.

Voglio citare solo la prima: Personal Mastery, la Padronanza Personale. Senge dice, in definitiva: il mattone fondamentale perché l'organizzazione migliori é anzitutto che i singoli elementi migliorino.
Prima bisogna avere dei fuoriclasse appunto, poi si puó fare una squadra.

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